venerdì 30 agosto 2013

Segue Roma e le sue fontane particolari

Altra fontana rappresentativa si trova in Via Latea, traversa di Via del Corso, Fontana del Facchino risalente, forse al XVI sec., si ispira alla figura dell’acquarolo, infatti raffigura un “facchino” che porta tra le braccia un barile. Il facchino indossa la tipica veste dell’ acquarolo che riempiendo l’acqua dalle fontanelle la rivendeva porta a porta. In origine la fontana si trovava su Via del Corso, nel 1872 fu collocata in Via Latea. E’ una delle tante “statue parlanti” romane in quanto di notte, su di essa venivano depositate delle satire anomie, dette pasquinate, contro i papi. “Pasquinate” deriva dalla statua di Pasquino, la piu celebre statua parlante che si trova a lato di Palazzo Braschi vicino a Piazza Navona. Deve il suo nome ad un sarto romano, della zona,  scrittore delle satire. Sul marciapiede in Largo del Colonnato, rione Borgo,  fa capolino La Fontana delle Tiare



realizzata da Pietro Lombardi nel 1927. La particolarità: tre vaschette a forma di conchiglia con le cannelle abbinate, nella parte superiore tre chiavi di S. Pietro sormontate da tre tiare papali, lo stemma di Roma e del Rione.  
A Lungotevere Ripa si trova invece Fontana del Timone per ricordare che a Ripa vi era il porto fluviale per il commercio. Un grande timone, con la barra al centro e i motivi tipici della struttura navale sono gli elementi che compongono la fontana; l’acqua si raccoglie in una piccola tazza sospesa. Ai due lati del timone trovano posto lo stemma di Roma. In Via dei Staderari ecco un’altra curiosa fontana Fontana dei Libri rappresentante una testa di cervo tra due volumi, su due mensole, per lato e l’acqua sgorga da due cannelle a forma di segnalibro. La testa di cervo è il simbolo del rione di S. Eustacchio, i libri in ricordo dell’università La Sapienza. Via dei Staderari, anticamente sede di fabbricanti di bilance, in origine si chiamava via dell’Università perché era poco distante dall’allora sede dell’Università La Sapienza. Una piccola curiosità: tra le corna del cervo fu inciso, in modo errato, il numero IV mentre quello esatto del rione S. Eustacchio è VIII.

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