sabato 28 febbraio 2015

Vincent Van Gogh

Van Gogh è un artista che con le sue pitture ha trasmesso una forza vitale ma anche inquietudine e disperazione diventando il segno emblematico del disagio  interiore del XX secolo.
Pietà (da Delacroix) 1889 olio su tela, cm.73x60,05. Amsterdam, Van Gogh Museum

 L’artista ricorderà sempre con dolore l’abbandono della vita religiosa, abbandonata e sacrificata alla pittura, anche nei suoi dipinti di girasoli si potrà vedere il richiamo religioso perché come il girasole volge la corolla verso il sole così l’uomo è attratto dalla luce divina.

Tratto dal volume: Van Gogh e il postimpressionismo. Nadia Marchioni.

Edizione speciale per “Il Sole 24 Ore”

venerdì 27 febbraio 2015

Notizie e immagini relative al Baldacchino di San Pietro a Roma

Questa superba e meravigliosa opera d’arte 
che è il Baldacchino, realizzato dal Bernini, non diminuisce l'impressione di profondità della basilica ma l'aumenta, facendo apparire a chi entra ancora più lontana l'abside, inquadrata tra le colonne.
Quest’opera fu voluta da papa Urbano VIII per l'altare maggiore della Basilica e il Bernini lo farà ricordare ai posteri inserendo sempre le api, che sono rappresentate nello stemma del papa, 

 e lo stemma stesso.
Per realizzare la grandiosa opera Urbano VIII fece prendere una parte del bronzo dal Pantheon, questo particolare diede origine alla famosa pasquinata "quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini". 
Cioè “Quello che non hanno fatto i barbari, hanno fatto i Barberini".
Il Bernini si ispirò al baldacchino di tipo processionale per dare più solennità all’altare e lo realizzò in bonzo, in colore brunito, che per effetto ottico lo fa percepire più piccolo di quello che in realtà è, il Baldacchino è alto circa trenta metri.
Le colonne si poggiano su basamenti marmorei 

dove sono visibili lo stemma di Urbano VIII committente dell’opera.
Da notare le colonne tortili o a tortiglione, a forma di treccia,  che sono metà con fuso ritorto 

e metà con rami d'ulivo e alloro, da putti, lucertole e api svolazzanti, simbolo dei Barberini.
Su ogni colonna si trova una statua di angelo da dove parte una grande voluta che si incontra al centro per sorreggere il globo 
 alla cui sommità vi è la croce.
Nei drappeggi, con le nappe finali, 
si ritrovano le tre api per ricordare il casato di Urbano VIII, i drappeggi sembrano così reali da sembrare mossi dal vento.
Il Bernini aveva solo 25 anni quando il papa gli commissionò l’opera ricercando una soluzione di effetto pittorico piuttosto che architettonico dimostrando il genio che era nel realizzare le sue opere.


giovedì 26 febbraio 2015

Un weekend a Tivoli

La città ha origine, secondo la tradizione, nel 1215 a.C. e fu oggetto 
 di varie trasformazioni urbanistiche in vari periodi storici da quello romano a quello medievale.
Passeggiando per il centro storico sono da notare le stradine 
che mantengono il caratteristico assetto urbano dei tempi passati.
Tra queste stradine a scale si nota una caratteristica casetta gotica 
con la scala esterna con sottostate arcata in pietra e con belle merlature sorrette da mensoline in marmo.
Da visitare 
l’Anfiteatro Romano, la Chiesa 

di Santa Maria Maggiore, 

Rocca Pia (1461), la
Torre di Guardia, ponte San Martino e il ponte 
gregoriano.
Molto interessante è la Chiesa di San Silvestro 
(XII sec.) con il grande 
affresco, nell’abside centrale, con la figura di Cristo che consegna il rotolo della Legge a san Pietro.
Da vedere gli 
antichi lavatoi, la mensa ponderaria 
dove si svolgeva il controllo dei pesi e delle misure e il tempio 
di Vesta.
La città di Tivoli è conosciuta per le superbe Ville: Villa Adriana, Villa d’Este e Villa Gregoriana. Nella Villa Adriana si ammirano i resti di molti edifici come il Tempio di Venere, il Teatro Marittimo, le Grandi e Piccole Terme, l’Edificio con Pilastri Dorici.
Inoltre Villa Adriana 
è una mia foto
di notte si illumina in modo suggestivo.
Il parco “Villa Gregoriana” fu allestito nel 1834 dopo la deviazione dell’Aniene; le cascate, le grotte, i reperti archeologici, gli scorci panoramici e i suoi alberi giganteschi  ne fanno un parco di grande valore.




mercoledì 25 febbraio 2015

I musei del vino in Italia

Il turismo del vino con le varie manifestazioni ad esso collegato è un altro modo per conoscere l’Italia vinicola e i luoghi ad essa collegata.

In Italia ci sono Musei del vino che conservano materiali, libri e quant’altro relativi alla vite e al vino che permettono di conoscere tecniche anche antichissime ma anche i macchinari per produrre questa bevanda che si degusta con la gastronomia.
Queste sono alcune delle città dove si può visitare il museo del vino.
Pessione: Museo Martini 
Le sale del museo si trovano nel palazzo seicentesco, sede storica dei primi stabilimenti Martini, e precisamente nelle antiche cantine della villa predisposte per accogliere
importanti materiali usati
 nel tempo per produrre il vino e consumarlo.
Tra gli altri oggetti o macchinari si trovano anche particolari bottiglie e una raccolta di cavatappi 
di varie epoche, provenienza e tipo.
Capriolo: Museo agricolo e del vino 
Nel museo si possono vedere gli oggetti utilizzati nel passato per la coltivazione dei campi e della vita. 
Le sale hanno un tema preciso che vanno dalla vite al vino, gli attrezzi 
e l’attività del bottaio. 
L’azienda Ricci Curbastro ha anche un agriturismo con otto appartamenti in una cascina in prossimità del centro abitato di Capriolo.
Rufina: Museo della vite e del vino 
Il Museo si trova nella Villa di Poggio e  la sezione espositiva si svolge all’interno delle cantine dell'antica villa. 

In questa vasta raccolta si possono vedere gli attrezzi adoperati nella vigna, 

le botti, pannelli e 

foto, vengo anche illustrate le fasi della lavorazione dell’uva. 
Una sala ospita anche la ricostruzione dell’ambiente di lavoro di un bottaio .
Torgiano:  Museo Lungarotti 
Questo particolare museo si trova nel seicentesco palazzo Graziani Baglioni e ripercorre la storia e la civiltà del vino attraverso le bellissime e particolari collezioni che espone. 
Sono una serie di raccolte 
archeologiche, tecniche, storiche ed artistiche in un arco di tempo che va dal III millennio a.C. fino ai nostri giorni. 
Inoltre nel Museo si trova la biblioteca con volumi anche molto antichi sempre riguardante la vite e il vino ma anche di pubblicazioni di almanacchi e proverbi.

Per le informazioni relative alle visite, orari e quant’altro si consiglia di rivolgersi ai rispettivi Musei.

martedì 24 febbraio 2015

La leggenda della Bocca della Verità a Roma

Visitando Roma, nel Rione Ripa, troverete la Bocca della verità, antico mascherone, murato nella parete dell’atrio della chiesa di Santa Maria in Cosmedin.  
La "Bocca della Verità" é una maschera di grandi dimensioni 

risalente al primo secolo a.C., probabilmente un antico tombino, ed ha le sembianze di una divinità fluviale dal volto maschile.
Varie leggende si raccontano su questo mascherone, come la leggenda tedesca del XV secolo in cui si ritrova il mascherone che non osa mordere la mano di una imperatrice romana che, benché avesse tradito suo marito, lo inganna con un artificio logico.
La tradizione popolare tramanda che la bocca potesse mordere la mano di chi avesse mentito e qui fu girata la scena, rimasta celebre, del film "Vacanze Romane",
 in cui Gregory Peck, di fronte a Audrey Hepburn, finse di aver perso la mano. 
Questo antico mascherone è uno dei simboli romani anche il più fotografato e nel 1485 gli fu dato per la prima volta il  nome di "Bocca della Verità".
Ancora oggi si indica con questo nome l'intera Chiesa che lo ospita e la piazza antistante.
 


lunedì 23 febbraio 2015

Una visita alla Lanterna di Genova

La città di Genova ha una storia e una tradizione antica molto interessante che si riscopre nei suoi monumenti, chiese ma anche nelle tradizionali strade chiamate caruggi, nel porto e nella Lanterna

simbolo della città.
La Lanterna fu costruita nel 1128, come faro di segnalazione e fortificazione difensiva, in cima a Capo di Faro, è il secondo faro più antico e funzionante nel mondo.
La Lanterna è un sito turistico e culturale genovese da prendere in considerazione quando si visita la città.
Visitare quindi la Lanterna, faro del porto genovese, attraverso 
 la "Passeggiata della Lanterna" un percorso pedonale 

di circa 800 metri, con passerelle panoramiche sulle aree portuali, un parco da cui si possono ammirare le fortificazioni storiche permette di conoscere meglio la città grazie anche al Museo della Lanterna.


Il Museo ha un percorso multimediale, con filmati e temi audiovisivi, sulla città di Genova e sul territorio provinciale e una interessante raccolta di oggetti relativi ai fari e ai sistemi di segnalazione in mare.
Queste sono alcune immagini di oggetti che si trovano nel Museo.
 
 
 

Ma la visita, per chi ha piacere, continua visitando la mostra Oltre il segno e il colore che terminerà il 07.03.2015 sempre nella sede museale.
Per i giorni e gli orari si consiglia di informarsi in tempo anche presso il Comune di Genova.