Questa bella cittadina ha il simbolo nel Castello Pandone che domina
Venafro, per mettere in risalto la qualità delle testimonianze artistiche molisane perché il presente non faccia dimenticare un passato pieno di storia anche culturale.
Per arrivare al Castello Pandone il turista troverà, tra le altre cose, la Chiesa di Cristo e la Chiesa dell’Annunziat, entrambe barocche.
e il bel quadro rappresentante i Santi patroni di
Venafro: Nicandro, Marciano e Daria.
Arrivati davanti al Castello ed entrati
nell’androne di accesso al cortile si nota l’emblema araldico dei Caracciolo,
salendo lo scalone trecentesco ci sono le sale con il ciclo dei cavalli di
Enrico Pandone, con i frammenti di affresco del VII secolo da Santa Maria delle
Monache di Isernia, e prosegue con opere medievali quali l’affresco con i Santi Bartolomeo e Michele dalla chiesa
di San Michele di Roccaravindola e la scultura trecentesca della Madonna con Bambino da Santa Maria della
Strada di Matrice e il polittico con scene della Passione di Cristo, realizzato in alabastro nel XV secolo da una
bottega inglese di Nottingham.
Al suo interno si possono ammirare: la Madonna con Bambino e
santi del pittore napoletano Simone Papa proveniente dalla Chiesa del Carmine
di Venafro, San Sebastiano curato da Irene di Giuseppe Di Guido, in precedenza
detto “Maestro di Fontanarosa, proveniente dalla Chiesa Parrocchiale di
Gildone, la Madonna con Bambino e san Nicola da Tolentino, dalla Chiesa di Sant’Agostino in Venafro,
opera di Nicola Maria Rossi.
Oltre a queste opere d’arte ed altre ciò che rende
interessante è la decorazione con il ciclo dei cavalli di Enrico Pandone, per
la sua unicità, che offre un percorso interessante sotto diversi punti di vista
per la tecnica esecutiva, trattandosi di intonaco a rilievo e affrescato;
questi cavalli sono a grandezza naturale con la sella ed eleganti finimenti, di ogni cavallo vengono anche riportati l'età, la razza,
il nome, il colore del manto ed il simbolo dell' H, cioè della scuderia di
Henricus, in alcuni si trova l’iscrizione con il nome della persona a cui fu
donato.Il conte Pandone era un grande appassionato di cavalli così volle
far realizzare, nelle sue sale, questo ciclo decorativo quasi volesse essere un
album fotografico dei suoi preferiti cavalli da mostrare ai suoi ospiti, il cui solo possibile confronto è con la Sala dei Cavalli in Palazzo
Tè a Mantova, affrescata per i Gonzaga da Giulio Romano.
Inoltre dalla bella
loggia con arcate si può ammirare il panorama di Venafro dopo aver visitato il
primo Il Museo Nazionale del Molise.
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