mercoledì 3 aprile 2013

Walking tour tra le fontane di Roma


Roma è la città delle grandi e piccole fontane, belle, fantasiose e quasi sempre opera di grandi scultori e architetti. Queste fontane hanno una storia antica, che inizia con i primi acquedotti romani e continua attraverso i secoli con le fontane rinascimentali, barocche quelle neoclassiche dell'Ottocento fino a quelle moderne. Un racconto per immagini d'acqua e di pietre attraverso la città eterna dalle piccole fontane di quartiere alle fontane progettate per piazza di Spagna e  Fontana di Trevi. Eccone alcune:

Fontana dell’Acqua Marcia, in Via Nomentana, il comune, agli inizi del secolo XX, fece collocare il fontanile dell'Acqua Marcia, ponendo al centro della vasca, delimitato da una cornice posta a coronamento del muro cui è addossata la fontana, il proprio stemma arricchito da un festone come nella tradizione nobiliare.

Fontana dell’Acqua Paola, per i romani Il Fontanone del Gianicolo, fu richiesta da Paolo V Borghese (1605-1621), la monumentale fontana ha tre ampie nicchie, affiancate da due nicchie minori, da ognuna della quali sgorga acqua. Nel 1690 Alessandro VIII, su progetto di Carlo Fontana, fece sostituire le cinque conche poste alla base delle bocche d'acqua con il grande bacino.

Fontana degli artisti, in Via Margutta, il progetto è dell'architetto Pietro Lombardi e fu realizzata nel 1927 rappresenta un insieme dei simboli degli artisti. Da una originale base triangolare si alzano due cavalletti da pittore sulle cui mensole poggiano i due mascheroni, uno triste l'altro allegro, volendo sottolineare le alterne fortune degli artisti.

La Barcaccia, in Piazza di Spagna, fu commissionata da Urbano VII a Pietro Bernini, è ornata all'interno da due "bocche di sole" barberiniane che immettono acqua a ventaglio e all'esterno sono situati i due stemmi di Urbano VIII.

Fontana della Botte, in Trastevere, la botte, posta in verticale su un basamento, è il tipico "caratello", usato in passato per trasportare il vino dei castelli romani, l'acqua viene raccolta in un mezzo tino sottostante. Ai lati della botte si  trovano due misure di vino, da cui pure sgorga acqua che si raccoglie a terra in apposite conche.

Fontana della dea Roma, nel Campidoglio, fu ideata da Michelangelo negli anni attorno al 1536 non come fontana, ma come superbo ornamento della piazza. Nella nicchia al centro della scalinata Michelangelo previde l'inserimento di una colossale statua di Minerva (oggi nel cortile del museo Capitolino), poi fu sostituita con l'attuale statua, di più modeste dimensioni, della dea Roma triumphans. Ai lati della grande nicchia, Michelangelo inserì due enormi statue raffiguranti il fiume Nilo e il Tigri, in origine ornavano le terme di Costantino, sul colle del Quirinale. I Romani vollero trasformare il Tigri in Tevere e dunque mutarono la tigre in lupa e le misero accanto Romolo e Remo. Un’altra Fontana della dea Roma si trova in Piazza del Popolo verso il Pincio e fu disegnata dal Valadier nel 1823.

Fontana del Moro, in Piazza Navona, durante il pontificato di Gregorio XIII, fu eseguita, nel 1574, su progetto di Giacomo Della Porta, in seguito fu completamente rinnovata dal Bernini, nel 1653, durante la sistemazione di piazza Navona. La scultura centrale è erroneamente chiamata il Moro per i suoi tratti somatici, ma in realtà si tratta di un muscoloso tritone che soggioga un delfino.

La Terrina,  in Piazza della Chiesa Nuova, in origine si trovava in Piazza di Campo de Fiori dove ora si erige la statua di Giordano Bruno. Per volere di Gregorio XIII la fontana fu progettata dal Della Porta attorno al 1581 mentre la conca ovale fu fatta chiudere da Gregorio XV con un coperchio di travertino per motivi igienici, i romani chiamarono questa fontana "la Terrina" cioè la zuppiera.

Fontana del Mosè, in Piazza San Bernardo, o Fontana dell'Acqua Felice in onore di papa Sisto V,. Venne realizzata tra 1585 e 1587, su incarico di papa Sisto V, dall'architetto Giovanni Fontana per rifornire d'acqua i quartieri sui colli Viminale e Quirinale. Costruita in travertino essa presenta tre grandi nicchie scandite da quattro colonne ioniche poste in simmetria con quattro leoni egizi, due di marmo bianco e due di marmo scuro. La statua del Mosè è alta oltre quattro metri, nelle nicchie laterali si trovano le statue raffiguranti Aronne e Gedeone.

Fontana dei Quattro Fiumi, in Piazza Navona, Per dare una degna sistemazione nella piazza Navona all'obelisco proveniente dal Circo di Massenzio e al progetto del Bernini, il pontefice Innocenzo X Pamphilj autorizzò i lavori e si inaugurò l'opera il 12 giugno 1651. Attorno al monolite furono poste quattro statue di marmo bianco alte cinque metri che rappresentano i fiumi. La prima realizzata da Claude Poussin è dedicata al Gange e simboleggia l'Asia; il Nilo per l'Africa è di Giacomo Antonio Fancelli ed ha il capo velato perché all'epoca non si conoscevano le sorgenti; Antonio Raggi ha scolpito il Danubio per l'Europa e infine il Rio de la Plata, simbolo dell'America, è di Francesco Baratta.



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