Nel Rione Monti
si trovano le
chiese di Santa Maria Maggiore, Santa Prassede, San Giovanni in Laterano e San
Pietro in Vicoli.
Tra queste è interessante
visitare la Basilica di San Pietro in Vincoli e la Basilica di Santa Prassede per la loro storia e le
leggende ad esse collegate.
La
Basilica di San Pietro in Vincoli
fu costruita
nel 442 su una domus romana per volontà di Licinia Eudossia, moglie di
Valentiniano III e figlia di Teodosio II.
L'imperatrice fece costruire la chiesa per custodire le
catene (in lingua latina vincula) di san Pietro che la madre, l'imperatrice
Elia Eudocia, aveva avuto in dono dal patriarca di Gerusalemme durante il suo
viaggio in Terra Santa assieme alle catene che avevano legato il santo nel carcere
Mamertino.
Secondo la leggenda il papa Leone I, non credendole autentiche, le
aveva avvicinate per confrontarle e le catene si erano congiunte tra loro in
maniera inseparabile.
Il titolo della chiesa si deve quindi alle reliquie delle
catene (in latino vincula).
Nella teca di cristallo, sotto l’altare maggiore,
si
conservano le catene di san Pietro.
Interessante è la tomba di Giulio II
con la celebre statua
seduta del Mosè di Michelangelo.
La legenda narra che l’artista, terminata l’opera, la colpì sul
ginocchio gridandogli: "Perché non parli?", è un’opera d'arte di incomparabile
espressività e bellezza.
Mentre le curiose corna che adornano la testa di Pietro
dovevano rappresentare i raggi della Divina Sapienza, ma in seguito ad un'errata traduzione dal testo ebraico del Vecchio Testamento si tramutarono in corna.
Basilica di Santa Prassede.
La chiesa venne ricostruita da Pasquale I e fu spostata rispetto al sito originario per il timore di un crollo e abbellita con i celebri mosaici della cosiddetta “rinascenza carolingia”.
Mosaici Absidali |
La chiesa prende il nome dalla S.Prassede, sorella di S.Pudenziana e figlia del senatore romano Pudente, discepolo di S.Paolo.
Un'antica leggenda narra che Prassede e Pudenziana sarebbero state uccise perché avrebbero dato sepoltura ai martiri delle persecuzioni di Antonino Pio nei pozzi che si trovavano nel terreno di proprietà del padre.
Altre tradizioni legate a questa chiesa sono la lunga tavola di marmo, a sinistra della navata, che serviva da letto alla santa per penitenza, mentre l'urna posta sotto l'architrave d'ingresso sembra che racchiuda le ossa di S. Valentino, protettore degli innamorati.
In una nicchia a destra dell'ingresso è custodita una colonna
portata a Roma da Gerusalemme dal cardinale Giovanni Colonna nel 1223, la tradizione vuole che sia un frammento della colonna alla quale fu legato Gesù per essere flagellato.
Dei frammenti della "Colonna della Flagellazione" sono custoditi
in un reliquario di bronzo dorato.
Nella cripta, all'interno di due sarcofagi
ci sono le reliquie delle due Sante.
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