Questa superba e meravigliosa
opera d’arte
che è il Baldacchino, realizzato dal Bernini, non diminuisce l'impressione di profondità
della basilica ma l'aumenta, facendo apparire a chi entra ancora più lontana
l'abside, inquadrata tra le colonne.
Quest’opera fu voluta da papa Urbano VIII per l'altare maggiore della Basilica e il
Bernini lo farà ricordare ai posteri inserendo sempre le api, che sono
rappresentate nello stemma del papa,
e lo stemma stesso.
Per realizzare la grandiosa opera Urbano VIII fece prendere
una parte del bronzo dal
Pantheon, questo particolare diede origine alla famosa pasquinata "quod
non fecerunt barbari, fecerunt Barberini".
Cioè “Quello che non hanno
fatto i barbari, hanno fatto i Barberini".
Il Bernini si
ispirò al baldacchino di tipo processionale per dare più solennità all’altare e
lo realizzò in bonzo, in colore brunito, che per effetto ottico lo fa percepire
più piccolo di quello che in realtà è, il Baldacchino è alto circa
trenta metri.
Le colonne si poggiano su basamenti marmorei
dove sono
visibili lo stemma di Urbano VIII committente dell’opera.
Da notare le colonne tortili o a tortiglione, a forma di
treccia, che sono metà con fuso ritorto
e metà con rami d'ulivo e alloro, da putti, lucertole e api svolazzanti,
simbolo dei Barberini.
Su ogni colonna si trova una statua di angelo da dove parte
una grande voluta che si incontra al centro
per sorreggere il globo
alla cui sommità vi è la croce.
Nei
drappeggi, con le nappe finali,
si ritrovano le tre api per ricordare il casato
di Urbano VIII, i drappeggi sembrano così reali da sembrare mossi dal vento.
Il
Bernini aveva solo 25 anni quando il papa gli commissionò l’opera ricercando
una soluzione di effetto pittorico piuttosto che architettonico dimostrando il
genio che era nel realizzare le sue opere.
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