mercoledì 22 luglio 2015

Itinerari turistici a Gaeta tra storia e tradizioni

La cittadina di Gaeta, nel Lazio meridionale, molto vicina alla Campania, offre molte opportunità per gite turistiche, tra queste ci sono il Santuario della SS. Trinità, conosciuto anche come santuario della Montagna Spaccata e la Grotta del Turco.
Gaeta la montagna spaccata
La tradizione tramanda che il monte si sia spaccato alla morte di Cristo e che il terremoto che lasciò un segno su Gerusalemme segnò anche Gaeta e qui si trova il Santuario. 
Il Santuario fu fondato nell'XI sec. dai Benedettini e per arrivarci si percorre una bella strada che sovrasta la spiaggia di Serapo.

Il suo aspetto architettonico si rifà ai modelli del barocco napoletano e spagnolo.
A destra della chiesa si percorre un corridoio scoperto 
corridoio della via crucis

con alle pareti le stazioni della via Crucis in riquadri maiolicati,opera di R. Bruno (1849): sotto ogni quadro i versi del Metastasio. 
Al termine della Via Crucis si giunge a sinistra e una scalinata di 33 gradini scende nella spaccatura centrale quella spaccatasi, 
secondo la leggenda, al momento della Crocifissione e della morte di Gesù. 
Nella cappella 
del Crocifisso sull’altare si trova 
la grande Crocifissione lignea della metà del ‘400. 
Il complesso della "Montagna spaccata" 
Prima fenditura della Montagna
si inserisce nel contesto di tre fenditure 
Seconda fenditura della Montagna
Terza fenditura della Montagna
della roccia, la tradizione tramanda che san Filippo Neri avesse vissuto all'interno della montagna dove si trova il giaciglio in pietra 
noto ancora oggi come "Il letto di San Filippo Neri". 
Un’altra tradizione riporta che nella roccia si sarebbe formata  
la mano di marinaio turco miscredente che si era appoggiato alla roccia e che miracolosamente divenne morbida sotto la sua pressione formando così l'impronta della mano.
In questo Santuario-Monastero vi hanno soggiornato anche  S. Francesco, S. Bernardino da Siena, S. Filippo Neri.
A sinistra della chiesa c’è la grotta del turco 
e la scalinata, con circa 300 gradini, 
permette di scendere sino al livello del mare e quindi ammirare
gli splendidi riflessi verdi e turchesi.
Invece guardando verso l'alto si può ammirare la spettacolarità dell'intera grotta che deve il nome ai saraceni che nel IX secolo con le loro navi trovavano rifugio per poi attaccare di sorpresa le navi in transito e depredarle dei loro carichi. 



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