La parte verde e montuosa della Campania, ai confini con la Puglia ed il Molise, l'Irpinia, si raggiunge lasciando dopo Napoli l'autostrada verso Avellino, percorrendo una strada statale che ripercorre l'antica Via Appia. Uno dei tanti paesi arroccati sui monti è Teora, caratterizato dalla splendida vista sui monti e sugli altopiani tra i fiumi Ofanto e
Calore.
Distrutto più volte da violenti terremoti il paese è stato sempre ricostruito sul nucleo originario. Il nucleo antico di impianto medievale presentava, prima del sisma del 1980, una struttura omogenea e ben conservata che non aveva subito alterazioni sostanziali.
Panorama dal belvedere, ph. I Promessi Viaggi, 2016 |
Scorcio dal Corso, ph. I Promessi Viaggi 2016 |
Teora è particolarmente ricca di eventi e manifestazioni legate alle tradizioni, con un ricco calendario per tutto l'anno, a partire dall'inizio del carnevale con gli Squaqqualacchiun’ (maschera tipica teorese) con la festa del 17 gennaio. Queste maschere girano durante la notte per Teora, secondo l'antica usanza per cui i contadini, il giorno di S.Antonio Abate, dalle campagne salivano al paese e bussavano mascherati alle porte dei proprietari terrieri, sperando che questi fossero ben disposti e riempissero i loro cesti.
Particolare è la tradizione della festa di San Martino, in cui si prepara Pizza di San Martino, ovvero un gateau di patate generalmente nel cui impasto vinene inserita una monetina.Il commensale che la trova nella propria porzione, decide il menù del pranzo che si tiene il 21 novembre (detto Cummit).
La più nota delle tradizioni è quella della serenata, per cui ogni anno da tutto il centro sud si radunano per il Festival delle serenate
Nel paesino inoltre si possono ammirare:
La Chiesa di San Nicola di Mira (Chiesa Madre)
Non si conosce la data precisa di edificazione della chiesa poiché tutti gli atti andarono persi in un incendio nel 1690. La chiesa è stata distrutta da terremoti (1604, 1694, 1732, 1980) ed oggi della struttura rimane soltanto un frammento della parete absidale, lo scheletro del settecentesco altare maggiore e le basi in pietra delle colonne.
Fontana lavatoio del piano
La costruzione in pietra chiara mostra un prospetto rettangolare suddiviso in tre zone da pilastri a fasce.
E' composta da cinque maschere in pietra e tre vasche addossate alla parete. Sul porticato di
sinistra è incassata una lapide che risulta la più antica di Teora e fa
riferimento al 1728, data in cui la fontana fu rifatta.
Pietra dei matrimoni civili
La piazza Congrega è chiamata così per la presenza della cappella omonima. In passato nella piazza c'era un albero di tiglio sotto il quale era stato collocato un tavolo di pietra su cui venivano redatti atti pubblici ed il rito civile del matrimonio.
Particolare è la tradizione della festa di San Martino, in cui si prepara Pizza di San Martino, ovvero un gateau di patate generalmente nel cui impasto vinene inserita una monetina.Il commensale che la trova nella propria porzione, decide il menù del pranzo che si tiene il 21 novembre (detto Cummit).
La più nota delle tradizioni è quella della serenata, per cui ogni anno da tutto il centro sud si radunano per il Festival delle serenate
Nel paesino inoltre si possono ammirare:
La Fontana del Monte
La
fontana, detta anche dei morti, ha origini al XII secolo quando la chiesa di Conza fu indicata da papa
Callisto II come necropoli benedetta e per la fontana transitavano i
carri diretti a Conza per seppellire i cadaveri. La fontana oggi è composta da
una struttura muraria rettangorlare da cui
fuoriescono tre bocche lapidee di forma circolare.
La Chiesa di San Nicola di Mira (Chiesa Madre)
Non si conosce la data precisa di edificazione della chiesa poiché tutti gli atti andarono persi in un incendio nel 1690. La chiesa è stata distrutta da terremoti (1604, 1694, 1732, 1980) ed oggi della struttura rimane soltanto un frammento della parete absidale, lo scheletro del settecentesco altare maggiore e le basi in pietra delle colonne.
Particolare dei resti della Chiesa Madre, ph. I Promessi Viaggi, 2016 |
I resti della Chiesa Madre, ph. I Promessi Viaggi, 2016 |
Panorama della Valle dell'Ofanto, ph. I Promessi Viaggi, 2016 |
Mulino Corona
Situato ai margini del centro storico del paese, il mulino ad acqua appartenuto alla nobile famiglia Corona.
L'edificio origianrio è della fine del Settecento, la sua attività si è conclusa negli anni cinquanta. Recentemente ristrutturato, è sede di una scuola di cucina
Situato ai margini del centro storico del paese, il mulino ad acqua appartenuto alla nobile famiglia Corona.
L'edificio origianrio è della fine del Settecento, la sua attività si è conclusa negli anni cinquanta. Recentemente ristrutturato, è sede di una scuola di cucina
Fontana lavatoio del piano
La costruzione in pietra chiara mostra un prospetto rettangolare suddiviso in tre zone da pilastri a fasce.
Pietra dei matrimoni civili
La piazza Congrega è chiamata così per la presenza della cappella omonima. In passato nella piazza c'era un albero di tiglio sotto il quale era stato collocato un tavolo di pietra su cui venivano redatti atti pubblici ed il rito civile del matrimonio.
Il Santuario di S.Gerardo
A due chilometri dal centro di Teora si arriva al Santuario di San Gerardo Maiella di Materdomini, conosciuta dall'anno 1200 come chiesa di Sancta Maria de Silere (Santa Maria del Sele).
Due leggende che circolano sull'origine della Mater Domini: la prima, vuole che sia stata ritrovata da alcuni pastori nel bosco; la seconda, afferma che sia apparsa su un sambuco ad alcuni contadini, ai quali chiese ed ottenne che lì vi costruissero una cappella in suo onore.
La nuova Basilica, eretta dopo il terremoto del 1980, custodisce il Corpo di San Gerardo Maiella, che soggiornò in questi luoghi.
Le Reliquie del Santo sono custodite ai piedi del presbiterio nella zona centrale della chiesa ed è stata ricostutita la stanza che lo ospitò.
A due chilometri dal centro di Teora si arriva al Santuario di San Gerardo Maiella di Materdomini, conosciuta dall'anno 1200 come chiesa di Sancta Maria de Silere (Santa Maria del Sele).
Due leggende che circolano sull'origine della Mater Domini: la prima, vuole che sia stata ritrovata da alcuni pastori nel bosco; la seconda, afferma che sia apparsa su un sambuco ad alcuni contadini, ai quali chiese ed ottenne che lì vi costruissero una cappella in suo onore.
La nuova Basilica, eretta dopo il terremoto del 1980, custodisce il Corpo di San Gerardo Maiella, che soggiornò in questi luoghi.
Le Reliquie del Santo sono custodite ai piedi del presbiterio nella zona centrale della chiesa ed è stata ricostutita la stanza che lo ospitò.
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