martedì 15 agosto 2017

Un tour a Nottola alla scoperta delle Chiese rupestri

Questo interessante centro si trova nella Murgia tarantina immerso nel verde e profonde gravine tra queste gravine si trovano queste chiese rupestri, chiamate anche le grotte di Dio, le più importanti per il culto in Puglia tra Oriente ed Occidente.
Questo tour non sarà solo religioso ma anche di storia ed arte antica che queste chiese rupestri conservano ancora nei giorni odierni.

La chiesa rupestre di san Nicola, di san Gregorio, di santa Margherita e di sant’Angelo vengono chiamate le grotte di Dio per l’architettura e gli affreschi databili dall’XI al XIV secolo. 
La Chiesa rupestre di San Nicola, 
chiamata anche la Cappella Sistina, conserva la bellezza degli antichi affreschi nelle pareti
e dall’ingresso per entravi si scendono delle scale ricavate nella roccia ma con una recente struttura in ferro.
Qui le pitture
si rifanno all’arte sacra popolare pugliese
rifacendosi alla devozione locale per i santi, al credo bizantino e
alla tradizione delle crociate per i santi protettori.
La chiesa rupestre di san Gregorio
ha tre navate e tre absidi semicircolari


a fondo concavo, da ammirare la raffigurazione del Cristo come Pantocratore
nella calotta absidale paragonato a quello che si trova nel duomo di Monreale.
La chiesa rupestre di santa Margherita
rappresenta il culto di questa santa
in epoca medievale in questo territorio ed importanti
sono gli affreschi che descrivono il suo martirio.
Tra le varie pitture vi è una rarissima rappresentazione rupestre relativa al miracolo di san Nicola di Myra che avrebbe concesso la dote
a tre fanciulle per sposarsi anziché farle prostituite.
La chiesa rupestre di sant’Angelo
si presenta a tre navate e a tre absidi dove le figure degli affreschi sono un po’ deteriorati
anche dalle infiltrazioni d’acqua ma restano sempre importanti e belli
da vedere considerato che risalgono al XIII-XIV secolo.
Molto significativo è l’affresco del Cristo Pantocratore al centro, la Madonna e San Giovanni Battista ai lati
perché è una rappresentazione in uso nel mondo bizantino dopo il X secolo.

  






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