Secondo la tradizione, il nome di questa Chiesa è dovuto da una notizia riprotata da Tertulliano alla fine del sec.
II d.C., secondo cui San Giovanni Evangelista avrebbe subito in questo luogo il martirio con l'immersione
in una caldaia di olio bollente, ma uscitone illeso, sarebbe stato relegato a Patmos.
La chiesa si trova vicino alle Terme di Caracalla, all'inizio della Via Appia antica, in uno dei luoghi più suggestivi di Roma.
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Photo by 2018 "I promessi viaggi" |
La chiesa risalirebbe al tempo
del pontificato di Gelasio (492-496) e dopo vari restauri ai giorni odierni è
tornata al suo antico aspetto medievale. Nel giardino della chiesa si
trova un antico cedro in marmo
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un pozzo con due colonne con capitelli a
foglie risalente al IV
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secolo con l’iscrizione che tradotta vuol dire: "In
nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo"; e le
parole del profeta Isaia: “Venite alle acque tutti voi che avete sete”. e
contrassegnata dal nome dell'incisore: “Io Stefano”.
Il portico
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medioevale, dove ci
sono
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alcune lapidi, è sorretto
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da colonne classiche, il campanile in stile
romanico,
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a sei piani con trifore, è del XII secolo.
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L'internodella Basilica
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è a tre navate
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con gli
affreschi del XII secolo
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con quarantasei differenti scene del Vecchio e del
Nuovo Testamento.
Il restauro che fu eseguito negli
anni 1940-1941 riportò alla luce questi affreschi che sono disposti su tre zone
iniziando
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dalla parete destra.
In fondo alla navata centrale
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c’è
il Crocifisso ligneo con Madonna e S. Giovanni di scuola artigiana della Val
Gardena.
La tegola che è conservata come
leggìo
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e che portano stampigli dell'epoca di Teodorico (495-526) farebbe
risalire la costruzione al pontificato di Papa Gelasio (492-496 DC) secondo la
tradizione.
La visita fa ripercorrere tra
tradizione e storia la costruzione di questa interessante chiesa, scelta per i matrimoni per la sua suggestiva cornice.
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