giovedì 25 aprile 2024

L’Abbazia di San Martino delle Scale in Sicilia

San Martino delle Scale, in provincia di Palermo, è l’unica e ultima abbazia ancora attiva in tutta la Sicilia e la più grande dell’Italia meridionale.

Tra varie contese tra stato e chiesa come le leggi eversive dei Savoia del 1866 con la soppressione degli ordini religiosi questa abbazia fu abbandonata dai monaci. Solo nel 1932 dopo ai Patti firmati da Mussolini e Papa Pio XI i monaci potettero rientrare nell’abbazia così ai giorni odierni si può visitarla. La visita inizia dal chiostro con il portico rinascimentale  e una fontana con la statua di san Benedetto,

proseguendo l’interno ecco il gruppo scultorio di san Martino che dona il mantello al povero

ma ci saranno poi da vedere altre interessanti parti del convento. 
Ma è interessante conoscere due attività che questi benedettini svolgono nel convento cioè far conoscere al pubblico le ricette tipiche dei conventi e produrre la birra artigianale. 
I tre benedettini dell’abbazia don Salvatore bravo cuoco, don Anselmo e don Riccardo preparano su Food Network, canale 33 del digitale terrestre, in diretta diverse ricette che possiamo trovare nel libro Le ricette del convento.
L’altra attività è la produzione della birra con la collaborazione dell'associazione Hora Benedicta e ad un birrificio della Sicilia orientale. 

Nel 2011 i frati parteciparono ad un concorso di homebrewer una competizione tra mastri birrai che esponevano il loro prodotto artigianale e vinsero il primo premio. 
Riprendendo la visita nel refettorio si trova un particolare affresco
poi lo scalone monumentale
il coro con il prezioso organo
la farmacia sala espositiva con gli affreschi del Cinquecento.
Interessante sarà la visita alla sacrestia con la sua preziosissima collezione di reliquie in preziosi reliquiari finemente lavorati in argento e legno intagliato e reliquiari, del 1400 e 1500.
Per maggiori informazioni questo è il sito https:// www.abbaziadisanmartino.it/  e potrete approfondire molte altre notizie.

 








domenica 21 aprile 2024

L’artigianato in Valle d’Aosta

La produzione artigianale è diffusa nel territorio valdostano e legata alle sue tradizioni per ogni tipo di materiale specialmente nella lavorazione del legno come oggetti decorativi, sculture ed altri oggetti tradizionalmente utili in cucina. La sua importanza è tale che gli artigiani sono spesso impegnati in fiere che richiamano visitatori e sono un ottimo motivo per visitare questa Regione.
 


Tra gli oggetti più noti dell'artigianato della Valle d'Aosta vi è sicuramente la grolla, una sorta di calice ricavato da un pezzo di legno pregiato. 

Non bisogna confondere la grolla con la coppa dell’amicizia tradizionale ciotola in legno usata per il “caffè alla valdostana”, caffè misto a grappa, zuccherato e speziato, che viene servito fiammeggiante a più persone. 

 Nell’artigianato locale nella Valle di Gressoney, ai piedi del Monte Rosa, troviamo le caratteristiche pantofole di stoffa (dette sock o pioun). 

A Cogne ancora oggi si lavorano i pizzi al tombolo la cui lavorazione venne introdotta nella valle durante il medioevo da monache cluniacensi. 
Le molte manifestazioni dedicate all’artigianato sono programmate durante tutto l'anno.
La prossima da segnalare è la 71ª Mostra-Concorso dell'artigianato valdostano di tradizione, che si terrà ad Aosta, in Piazza Chanoux, dal 20 al 28 luglio 2024, dalle 10 alle 23.30. 
In provincia di Aosta a Fénis si potrà visitare il MAV Museo dell’Artigianato Valdostano di tradizione è un museo dedicato all’artigianato valdostano di tradizione. 

Con l’esposizione di oltre molte opere tra oggetti d’uso e sculture il visitatore potrà conoscere ed apprezzare la cultura artigianale della Valle d’Aosta.

 


 



sabato 20 aprile 2024

Il museo di Santa Giulia a Brescia

 L’antico monastero benedettino di Santa Giulia a Brescia ospita un importante museo che permette al visitatore di conoscere la storia, l’arte e la spiritualità di Brescia dall’età preistorica ad oggi.
Per volere del re Desiderio, ultimo re dei Longobardi e di  da sua moglie Ansa a metà dell’VIII secolo fu fondato il monastero.
In età romantica lo scrittore Alessandro Manzoni vi ambienterà nel monastero la parte più celebre e toccante della tragedia Adelchi: la morte di Ermengarda figlia di Desiderio e sposa ripudiata di Carlo, re dei Franchi. 

Durante il percorso museale nella magnifica sala è esposta la cosiddetta "Croce di Desiderio" opera di oreficeria carolingia una delle più grandi croci gemmate giunte fino ai nostri giorni. 


Sul retro della croce vi un tondo con il Cristo crocefisso. 

Questi sono altri reperti esposti nei spazi storici del monastero. 

Nella nuova sezione romana si trovano anche questi reperti e il ritratto di una donna della famiglia dei Flavi in bronzo.  
Tra gli altri spazi storici da visitare c’è la basilica di San Salvatore e la cripta,
l’ambiente affrescato del coro delle monache all’interno del complesso monastico di San Salvatore – Santa Giulia. 
Da questo posto le suore di clausura assistevano alle funzioni religiose che si tenevano all’interno della Basilica di San Salvatore.  
Il complesso monumentale di San Salvatore – Santa Giulia è iscritto nella Lista del Patrimonio mondiale nel sito “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568 – 774 d.C.)”. 
Per visitare il museo di santa Giulia a Brescia Info e contatti Museo di Santa Giulia Via Musei, 81/b – Brescia Mail. santagiulia@bresciamusei.com.













lunedì 8 aprile 2024

La tradizione del sughero in Sardegna

 La Sardegna ha una lunga tradizione legata alla lavorazione del sughero e la quercia da sughero in Gallura rappresenta una pianta simbolo.

Questa importante fibra naturale di origine vegetale, il sughero, è utilizzato in molti settori, come l'edilizia, l'imballaggio e la produzione di tappi per bottiglie di vino e altre bevande. 

La raccolta del sughero avviene ogni nove anni, quando la corteccia dell'albero è abbastanza spessa da essere staccata senza danneggiarne il tronco. 


La corteccia viene poi trasformata in lastre di sughero attraverso un processo di pressatura e cottura. 

In Sardegna poi il sughero è spesso utilizzato per realizzare oggetti tradizionali che il turista può comprare per ricordo.  
In Gallura a Calangianus all’interno di un antico convento di cappuccini, si trova il museo del sughero. Nelle diverse stanze dell’antico Convento ospitano ciascuna un diverso momento della lavorazione del sughero anche con pannelli espositivi.
La produzione di sughero è un'attività antica e radicata nella storia dell'isola e le persone che praticano l’estrazione del sughero devono conoscere bene il modo con cui togliere il rivestimento esterno della pianta. 
Un escursione nel nord Sardegna, in una buona parte delle colline galluresi, potrebbe essere interessante per conoscere meglio questo prezioso e versabile sughero che madre natura ha dato.