La città di Padova è da vistare
per i monumenti, per la Piazza dei Signori, Piazza delle Erbe e Piazza dei
Frutti, per la Cappella degli Scrovegni e per il rinomato Caffè
Pedrocchi il cui esterno rassomiglia ad un tempio classico ma Padova è
conosciuta e visitata soprattutto per la Basilica di Sant’Antonio i cui resti
mortali sono conservati nella basilica. Guardando con attenzione la facciata
esterna si noteranno diversi stili: la facciata è in stile romanico - lombardo,
le cupole in stile bizantino, i campanili sono a forma di minareto, gli archi
sono realizzati in stile gotico e la Cappella del Tesoro è barocca. L’interno
della Basilica racchiude bellezze ineguali come le pitture e sculture che la
decorano ma si troveranno anche numerosi monumenti funebri che risalenti
soprattutto al XV-XVII secolo. Inoltre è interessante soffermarsi a vedere, ma
anche per pregare, la Cappella delle Reliquie di forma circolare e costruita
nel '600, qui si trova lo scrigno marmoreo che racchiude le reliquie più
preziose della Basilica, per questo e' anche detta "cappella del
Tesoro" infatti qui si conservano la lingua incorrotta del Santo, il mento
e altre reliquie della ricognizione dei suoi resti mortali. Percorrendo l’interno
si troverà quanto segue: l'altare maggiore che fu realizzato nel 1895 dove sono
stati radunati tutti i capolavori del Donatello prima sparsi in altre parti
della Basilica. La Madonna del Pilastro affresco di Stefano da Ferrara, per la
dolcezza e l'amore materno che emana questo affresco e' una immagine molto
venerata. La Cappella della Madonna Mora che è l'antica chiesetta di S. Maria
Mater Domini inglobata nell'attuale Basilica, qui il Santo desiderava essere
portato nell'avvicinarsi della sua morte e qui rimase sepolto fino al 1263. La Cappella
di Sant'Antonio dove sotto l’altare si trova la tomba del Santo e le sculture
sui muri rappresentano la sua vita e i suoi miracoli, questa cappella è il
cuore della Basilica. Inoltre vi sono la Cappella delle benedizioni, la
Cappella di San Giacomo e la Cappella del SS. Sacramento in stile gotico che in
origine era chiamata la Cappella dei Gattamelata, qui si trova la tomba di Erasmo
da Narni (soprannominato Gattamelata, e quella del figlio Giannantonio. Per
conoscere meglio la Basilica di Sant’Antonio da Padova è consigliabile visitare
anche questi altri interessanti luoghi annessi alla Basilica che sono: Il Chiostro del noviziato,
realizzato nella seconda metà del Quattrocento in stile gotico. Il Chiostro della Magnolia
o Chiostro
del Capitolo chiamato in questo modo per la superba
"Magnolia grandiflora" che s'innalza al centro, piantata nel 1810. Il
chiostro, come si presenta attualmente, risale al 1433 e vi
si trovano tombe, monumenti, lastre ed epigrafi. Il Chiostro del Generale
perché
su di esso si affacciano in particolare le stanze del Generale
dell'Ordine, il chiostro è in stile gotico risalente al1435. Il Chiostro del beato Luca Belludi o Chiostro del Museo chiostro gotico e il suo aspetto
attuale risale alla fine del Quattrocento, i locali
adiacenti sono sede di vari organismi come tra l’altro il Centro Studi Antoniani e il Museo antoniano, che contiene diverse
opere d’arte di notevole valore. L'Oratorio di san Giorgio che Raimondino
Lupi di Soragna (Parma), ritiratosi a Padova volle, nella seconda metà del Trecento,
come cappella funeraria per sé e per i familiari. Da visitare inoltre il Museo Antoniano, la biblioteca antoniana ricordando che
Sant'Antonio fu il primo nell'ordine francescano a insegnare
teologia qui si conserva, tra i vari manoscritti, il Codice del Tesoro contenente i Sermoni del Santo. Questo santo più
popolare, anche nel mondo, viene raffigurato in vari modi: Gesù Bambino fra le
braccia, il giglio in mano che indica la sua purezza, il libro che simboleggia
la sua dottrina e predicazione, il cuore, la fiamma e il pane che ci ricordano
il suo amore verso Dio e verso il prossimo. La visita alla Basilica si compie,
si per le opere che si ammirano, ma soprattutto per la devozione a Sant’Antonio
che benché sia nato a Lisbona è chiamato “da Padova” perché qui svolse la parte
più espressiva del suo ministero e dove fu sepolto subito dopo la sua morte,
quindi è una visita di fede per i visitatori o i pellegrini che giungono da
ogni parte per pregare il Santo. Il “Complesso Antoniano”, di cui fa parte la
basilica di Sant’Antonio, è di proprietà della Santa Sede.
Dedicato ai viaggi promessi, che ci vorremmo promettere o che ci siamo ripromessi di fare, alla scoperta dell'Italia.
sabato 31 agosto 2013
venerdì 30 agosto 2013
Segue Roma e le sue fontane particolari
Altra fontana rappresentativa si trova in Via Latea, traversa di Via del Corso, Fontana del Facchino risalente, forse al XVI sec., si ispira alla figura dell’acquarolo, infatti raffigura un “facchino” che porta tra le braccia un barile. Il facchino indossa la tipica veste dell’ acquarolo che riempiendo l’acqua dalle fontanelle la rivendeva porta a porta. In origine la fontana si trovava su Via del Corso, nel 1872 fu collocata in Via Latea. E’ una delle tante “statue parlanti” romane in quanto di notte, su di essa venivano depositate delle satire anomie, dette pasquinate, contro i papi. “Pasquinate” deriva dalla statua di Pasquino, la piu celebre statua parlante che si trova a lato di Palazzo Braschi vicino a Piazza Navona. Deve il suo nome ad un sarto romano, della zona, scrittore delle satire. Sul marciapiede in Largo del Colonnato, rione Borgo, fa capolino La Fontana delle Tiare
realizzata da Pietro Lombardi nel 1927. La particolarità: tre vaschette a forma di conchiglia con le cannelle abbinate, nella parte superiore tre chiavi di S. Pietro sormontate da tre tiare papali, lo stemma di Roma e del Rione. A Lungotevere Ripa si trova invece Fontana del Timone per ricordare che a Ripa vi era il porto fluviale per il commercio. Un grande timone, con la barra al centro e i motivi tipici della struttura navale sono gli elementi che compongono la fontana; l’acqua si raccoglie in una piccola tazza sospesa. Ai due lati del timone trovano posto lo stemma di Roma. In Via dei Staderari ecco un’altra curiosa fontana Fontana dei Libri rappresentante una testa di cervo tra due volumi, su due mensole, per lato e l’acqua sgorga da due cannelle a forma di segnalibro. La testa di cervo è il simbolo del rione di S. Eustacchio, i libri in ricordo dell’università La Sapienza. Via dei Staderari, anticamente sede di fabbricanti di bilance, in origine si chiamava via dell’Università perché era poco distante dall’allora sede dell’Università La Sapienza. Una piccola curiosità: tra le corna del cervo fu inciso, in modo errato, il numero IV mentre quello esatto del rione S. Eustacchio è VIII.
realizzata da Pietro Lombardi nel 1927. La particolarità: tre vaschette a forma di conchiglia con le cannelle abbinate, nella parte superiore tre chiavi di S. Pietro sormontate da tre tiare papali, lo stemma di Roma e del Rione.
giovedì 29 agosto 2013
mercoledì 28 agosto 2013
martedì 27 agosto 2013
Visitando Trieste troverete...il Castello di Miramar
Il Parco e il Castello di Miramar, sulla riviera triestina, ricordano i castelli inglesi del tardo rinascimento. La costruzione si deve a Massimiliano d'Asburgo tra il 1856 e il 1870. Il fratello dell'Imperatore Francesco Giuseppe, rimasto affascinato da quei luoghi durante una sosta forzata in nave, decise di stabilire lì la propria residenza. Lo sforzo economico fu notevole, ma il risultato è di innegabile fascino: ne nacque un'architettura nuova per Trieste, un pò scozzese, un pò neogotica e un pò medievale, la cui caratteristica rimane la pietra bianca del castello immersa nel verde scuro del parco. Il Castello è un Museo statale dal 1955. Gli ambienti conservati sono quelli in cui visse Massimiliano, ricchi di opere d'arte. Ogni stanza ha un nome: la Novara e la Cabina, che richiamano le esperienze in marina, il salotto cinese e giapponese, la stanza dei gabbiani in cui ogni volatile dipinto sulla volta regge una massima latina, e, non ultime, la sala del trono e la sala in cui firmò il trattato che lo nominava Impreatore del Messico, segnandone la tragica fine. Tra le stanze del piano superiore, vi è conservato il letto dono di Napoleone III. Nel Castello si stabilì, dal 1931 al 1936 il Duca d'Aosta con la famiglia. Merita una visita anche il parco, dove sono collocate sculture in onore dell'Arciduca.
domenica 25 agosto 2013
sabato 24 agosto 2013
giovedì 22 agosto 2013
Una passeggiata per Roma antica
Roma oggi conserva molti monumenti antichi che trasmettono, a chi li guarda, una grande storia del passato ma potendo vedere il grande plastico di Roma antica, presso Museo della Civiltà Romana, si vedrà un’immagine della città verso la fine dell’epoca imperiale con opere non più presenti nei giorni odierni. Il Foro Romano, con i suoi resti, fa conoscere monumenti tramite descrizioni che si trovano nelle guide turistiche e in questa passeggiata virtuale troveremo la descrizione di alcuni monumenti: il Tempio dei Dioscuri dedicato ai fratelli Castore e Polluce nel 484 a. C che aiutarono i Romani durante la battaglia del lago Regillo contro gli Etruschi e i Latini, fu rifatto da Tiberio nel 6 d. C. La basilica Giulia che Giulio Cesare la edificò nel 46 a.C., fu ricostruita con Augusto e poi nel 416 d.C., nell’aula si svolgevano le cause civili mentre sotto il porticato si svolgeva il commercio dei cambiavalute. La basilica di Costantino e Massenzio, fondata da Massenzio nel 306 d. C. e terminata da Costantino, vi si amministrava la giustizia. La casa delle Vestali ricostruita dopo l’incendio del 64 a.C., la basilica Ulpia voluta da Traiano posta a chiusura del lato settentrionale del Foro di Traiano. Il Foro di Cesare alla cui estremità sorgeva il tempio di Venere Genitrice protettrice della famiglia Giulia. L’Arce capitolina che col nome di Arx si indicava la vetta settentrionale del Campidoglio sulla quale venne edificato il Tempio di Giunone Moneta ora vi sorge la chiesa di Santa Maria d’Aracoeli. Un altro grande edificio vicino al Campidoglio era il “Tabularium” terminato nel 78 a.C. ed era l’archivio degli atti ufficiali dello Stato, scale interne lo collegavano al foro e al Campidoglio. Nel Palatino sorgevano la Domus Augustana residenza privata imperiale di Domiziano mentre l’annessa Domus Flavia era sede ufficiale dell’imperatore. Nell’area sacra di largo Argentina sorgevano i tempi repubblicani, il Teatro di Pompeo e terminato nel 52 a.C. ma nato come Tempio dedicato a Venere, vicino si trovavano i Portici di Pompeo formando un recinto con giardino, un locale interno era adibito per le riunioni del senato e qui fu ucciso Giulio Cesare nel 44 a.C. Inoltre le Terme di Agrippa, la basilica di Nettuno per ricordare le vittorie navali di Augusto e Agrippa, nell’interno vi era custodita un’ara del dio del mare, il portico “Saepta Iulia” dove si svolgevano assemblee, cerimonie e giochi gladiatori. Altre terme importanti erano le grandi Terme di Diocleziano costruite tra il 298 e il 305 d.C., nel 1563 Michelangelo sistemò nel Templarium la Chiesa di Santa Maria degli Angeli dove oggi si svolgono i funerali di Stato, le Terme di Traiano inaugurate nel 110 d.C. e le terme di Caracalla o Antoniniane completate nel 235 d.C. e che comprendevano: bagni, palestre, biblioteche, giardini e molte opere d’arte. Questa è una descrizione di una parte del bellissimo plastico opera dell’architetto Italo Gismondi esposto nel Museo della Civiltà Romana in Roma Piazza G. Agnelli 10, questo grande museo è l’unico a raccontare nella sua completezza la civiltà romana antica, nel valore documentario dei calchi eseguiti su originali, e nella capacità di offrire la ricomposizione originaria di molte grandi opere attualmente in diversi musei. Inoltre i simboli del museo conosciuti, in tutto il mondo, sono il grande plastico ricostruttivo della Roma all'età dell'imperatore Costantino ed i calchi della colonna Traiana fatti eseguire da Napoleone III.
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martedì 20 agosto 2013
domenica 18 agosto 2013
sabato 17 agosto 2013
Un weekend a…L’Italia in miniatura a Rimini
Il
percorso va dalle Alpi al centro Italia, dal castello di Miramare a Trieste al
Duomo di Milano, a Piazza Maggiore a Bologna, dal Mausoleo di Teodorico di
Ravenna al Palazzo Vecchio di Firenze, dalla torre di Pisa al Colosseo e San
Pietro a Roma; dal Maschio Angioino a Napoli, dalla Reggia di Caserta ai Trulli
di Alberobello, dal golfo di Taranto fino alla rupe di Scilla, dalle fumate
dell'Etna alla Valle dei templi di Agrigento. Si può fare un giro in gondola a Venezia, riprodotta a un
quinto dell'originale, con piazza San Marco e il Canal Grande. Tra monumenti e
giochi si troverà anche tanto
verde che creano
scenografie naturali come i viali, le aiuole e le aree picnic presenti nel
parco. Il parco offre anche giostre e altre attrazioni che sono: Torre Panoramica: si raggiungono i 10
metri di altezza a bordo di tante mongolfiere colorate che girano in tondo
tutte insieme e ciascuna su se stessa. La vista del parco è davvero
spettacolare. Scuola Guida:
un modo per imparare a guidare divertendosi con un percorso di educazione
stradale per autisti dai 6 ai 12 anni: l'obiettivo è scoprire le principali
regole del codice della strada a bordo di speciali automobili parlanti con un
istruttore virtuale. PappaMondo: l’isola
tropicale caratterizzata da un percorso ricco di vegetazione per scoprire il
variopinto mondo dei pappagalli in tutta la loro esotica bellezza. Deakids Village: è un villaggio
vero e proprio su misura per bambino con giochi, laboratori e animazione. CannonAcqua: sotto le mura del
castello simbolo di Rimini, Castel Sismondo, riprodotto fedelmente in scala
1:3, ponti e feritoie si può simulare una battaglia tipica del Medioevo tra i
Malatesta e i Montefeltro sfidando i vostri amici in una battaglia all'ultima
spruzzata d'acqua grazie ai ad una fila di cannoncini ad acqua. Chi è temerario,
può affrontare le rapide del fiume a bordo di una canoa o farsi lanciare nel
cielo a velocità supersonica a bordo dello Sling Shot. Durante la giornata nel parco è
possibile fermarsi a mangiare qualcosa nei ristoranti presenti nel parco o mangiare
all'ombra degli alberi nelle aree pic-nic. Nel periodo estivo, alle ore serali,
si può assistere allo spettacolo
di suoni e luci laser per chiudere in bellezza una giornata
diversa dal solito ma istruttiva e divertente.
venerdì 16 agosto 2013
giovedì 15 agosto 2013
martedì 6 agosto 2013
Passeggiando per Roma troverete la Chiesa di San Clemente (Segue)
La visita
alla chiesa di San Clemente a Roma rappresenta un viaggio indietro di 2000
anni; qui potrete ammirare affreschi e mosaici, visitare la basilica del IV
secolo e scendere nella Roma del I secolo dove è ancora possibile imbattersi in
un tempio pagano, dove nel II secolo veniva celebrato il culto del Dio Mitra,
Mitra che uccide il toro e ai lati,in alto,
i dadofori Caute e Cautopate, rispettivamente simboli dell’Equinozio di
Primavera e di Autunno.(Cartolina d'epoca)
|
divinità orientale della fertilità.
E’ uno dei luoghi più affascinanti dell’intera città per la sua capacità di
attraversare le epoche, grazie ai diversi livelli che permettono di visitare due
chiese sovrapposte, costruzioni romane, un mitreo, fino a toccare l’acqua di
una falda del Tevere.
cartolina d'epoca |
lunedì 5 agosto 2013
Chiesa di Santa Maria della Concezione, la Cripta e Caravaggio
Questa Chiesa è sicuramente una delle più
suggestive e particolari tra le di chiese che troviamo a Roma, la particolarità
per alcuni macabra, è la presenza di un ossario tutto particolare, è conosciuta
anche come Nostra Signora della Concezione.
Situata in Via Veneto, fu fatta costruire nei pressi di Palazzo Barberini da Papa Urbano VIII, in onore di suo fratello Antonio che faceva parte dell’ordine dei Cappuccini, e la tomba è tutt’ora conservata all’interno della chiesa di fronte all’altare maggiore. L’interno della chiesa è ad una navata e con cinque cappelle conservando molte opere d’arte di grande importanza relative alla Madonna, ai santi, a san Francesco, tra le opere è da ricordare la tela raffigurante S. Michele Arcangelo che schiaccia Lucifero opera di Guido Reni datata 1635. Uscendo dalla chiesa, a destra della facciata, si accede alla Cripta dei Cappuccini dove si trova anche il museo composto da otto sale che propongono i seguenti temi: la prima sezione è dedicata al Convento, la seconda sezione presenta la storia dell’Ordine, la terza sezione alla santità cappuccina, la quarta sezione mette in evidenza la Cultura e la Spiritualità attraverso l’esposizione di vesti e oggetti di uso liturgico e quelli di uso quotidiano. La quinta sezione è dedicata a “San Francesco in meditazione”, opera del Caravaggio, realizzata proprio per il Convento dei Cappuccini, la sesta sezione tratta i Cappuccini nel XX secolo, la settima i Cappuccini nel mondo, l’ottava sezione introduce al luogo conclusivo e di grande suggestione che termina la visita del museo: la Cripta.
Nell’esposizione del museo si trovano tra altri oggetti come antichi vasi della farmacia, gli zucchetti di lana, i cilici, gli uncini di ferro per le flagellazioni, gli orologi da taschino che scandivano il tempo della preghiera, i sigilli della provincia romana, i porta ostie.
La visita alla cripta invece è un percorso particolare ed emotivo in quanto tutta la stessa è decorata con ossa e crani e spesso risultano come decorazioni, alcuni corpi di frati mummificati con indosso il saio, praticamente è un piccolo cimitero dove nei sei ambienti, sono stati raccolti i resti mortali di circa 3.700 defunti, per lo più frati cappuccini. Tradizione vuole che la terra di questo cimitero sia santa, perché trasportata qui dalla Palestina o addirittura da Gerusalemme. Quest’opera singolare fu realizzata, verso la prima metà del XVIII secolo, quando i Frati Cappuccini dovettero lasciare il convento di S. Bonaventura, vicino a Fontana di Trevi, la Cripta nacque quindi dall’esigenza di fare posto ai nuovi defunti nel piccolo cimitero del convento e per le ossa dei frati riesumati. Padre Michele da Bergamo, architetto cappuccino, nelle sue “Memorie” scrive che nell’aprile di quell’anno, trasportò qui, dal vecchio convento, i resti di san Felice da Cantalice poi “anco il corpo del R. P. F. Francesco Bergamasco, con tutte l’Ossa d’altri Frati, et anco quelli del S.r Marcantonio et Prospero Corteselli, riponendoli in luogo particolare”. In queste sale è da ricordare tra l’altro l’esposizione di un ovale nel cui interno è rappresentato uno scheletro che con la destra sorregge una falce, simbolo della morte e con la sinistra sostiene una bilancia, parti dello scheletro umano che formano la cornice entro cui è incastonata la tela rappresentante Gesù che risuscita Lazzaro. Nella cripta, composta da diverse cappelle unite da un corridoio, si trovano corpi di frati mummificati con indosso il saio, tipico vestito del loro ordine di alcuni di essi si conosce addirittura il nome. Visitare quindi questo luogo può dare un senso di sgomento o paura ma se visto con gli occhi della fede fa capire che per quanto ci si affanni per apparire, arricchirsi per quanto sia possibile o altro alla fine tutto è vano se Dio non è presente nella nostra vita.
Situata in Via Veneto, fu fatta costruire nei pressi di Palazzo Barberini da Papa Urbano VIII, in onore di suo fratello Antonio che faceva parte dell’ordine dei Cappuccini, e la tomba è tutt’ora conservata all’interno della chiesa di fronte all’altare maggiore. L’interno della chiesa è ad una navata e con cinque cappelle conservando molte opere d’arte di grande importanza relative alla Madonna, ai santi, a san Francesco, tra le opere è da ricordare la tela raffigurante S. Michele Arcangelo che schiaccia Lucifero opera di Guido Reni datata 1635. Uscendo dalla chiesa, a destra della facciata, si accede alla Cripta dei Cappuccini dove si trova anche il museo composto da otto sale che propongono i seguenti temi: la prima sezione è dedicata al Convento, la seconda sezione presenta la storia dell’Ordine, la terza sezione alla santità cappuccina, la quarta sezione mette in evidenza la Cultura e la Spiritualità attraverso l’esposizione di vesti e oggetti di uso liturgico e quelli di uso quotidiano. La quinta sezione è dedicata a “San Francesco in meditazione”, opera del Caravaggio, realizzata proprio per il Convento dei Cappuccini, la sesta sezione tratta i Cappuccini nel XX secolo, la settima i Cappuccini nel mondo, l’ottava sezione introduce al luogo conclusivo e di grande suggestione che termina la visita del museo: la Cripta.
Nell’esposizione del museo si trovano tra altri oggetti come antichi vasi della farmacia, gli zucchetti di lana, i cilici, gli uncini di ferro per le flagellazioni, gli orologi da taschino che scandivano il tempo della preghiera, i sigilli della provincia romana, i porta ostie.
La visita alla cripta invece è un percorso particolare ed emotivo in quanto tutta la stessa è decorata con ossa e crani e spesso risultano come decorazioni, alcuni corpi di frati mummificati con indosso il saio, praticamente è un piccolo cimitero dove nei sei ambienti, sono stati raccolti i resti mortali di circa 3.700 defunti, per lo più frati cappuccini. Tradizione vuole che la terra di questo cimitero sia santa, perché trasportata qui dalla Palestina o addirittura da Gerusalemme. Quest’opera singolare fu realizzata, verso la prima metà del XVIII secolo, quando i Frati Cappuccini dovettero lasciare il convento di S. Bonaventura, vicino a Fontana di Trevi, la Cripta nacque quindi dall’esigenza di fare posto ai nuovi defunti nel piccolo cimitero del convento e per le ossa dei frati riesumati. Padre Michele da Bergamo, architetto cappuccino, nelle sue “Memorie” scrive che nell’aprile di quell’anno, trasportò qui, dal vecchio convento, i resti di san Felice da Cantalice poi “anco il corpo del R. P. F. Francesco Bergamasco, con tutte l’Ossa d’altri Frati, et anco quelli del S.r Marcantonio et Prospero Corteselli, riponendoli in luogo particolare”. In queste sale è da ricordare tra l’altro l’esposizione di un ovale nel cui interno è rappresentato uno scheletro che con la destra sorregge una falce, simbolo della morte e con la sinistra sostiene una bilancia, parti dello scheletro umano che formano la cornice entro cui è incastonata la tela rappresentante Gesù che risuscita Lazzaro. Nella cripta, composta da diverse cappelle unite da un corridoio, si trovano corpi di frati mummificati con indosso il saio, tipico vestito del loro ordine di alcuni di essi si conosce addirittura il nome. Visitare quindi questo luogo può dare un senso di sgomento o paura ma se visto con gli occhi della fede fa capire che per quanto ci si affanni per apparire, arricchirsi per quanto sia possibile o altro alla fine tutto è vano se Dio non è presente nella nostra vita.
Museo e Cripta dei
Cappuccini - Via Vittorio Veneto, 27 – Roma. La visita alla Cripta dei Cappuccini fa parte del
percorso museale. La Chiesa è chiusa per restauro fino a settembre 2013, però
sono aperti al pubblico il museo e la cripta. Orario visite: tutti i giorni ore
9.00-19.00 (ultimo ingresso ore 18.30).
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