L’origine di
questa notte
magica, che è la dodicesima dopo il solstizio
d’inverno (Natale), è dovuta alle usanze rurali, anche
molto antiche, i romani la dedicavano a una figura divina cioè Madre Natura, identificata
con Diana dea della Luna e dei cicli della fertilità. Infatti si riteneva che Madre Natura,
avendo lavorato e “fruttato” per tutto l’anno precedente ed era
ormai vecchia
e rinsecchita, era destinata a morire per poi rinascere giovane e bella:
proprio come la Luna che nasce, diventa piena, muore diventando nera e poi
risorge. La parola Epifania deriva
dal greco “tà epiphan(e)ia” e significa “manifestazione di divinità”; ossia la visione della
manifestazione di Dio da bambino, per i cristiani indica, questa festa, la visita
dei Re Magi che portano in dono “oro, incenso e mirra” a Gesù Bambino. La
successiva corruzione dialettale della parola Epifania in Befan(i)a creò la Befana,
anche lei vecchia donna magica che vola su una scopa, e che prima di
sparire lascia
doni ai bambini ma anche ai grandi. Quindi ecco l’usanza di mettere le
calze lasciate appese dai bambini così nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, a
cavalcioni di una scopa, la befana sotto il peso di un sacco con giocattoli,
cioccolatini e caramelle ma anche di cenere e carbone, passa sopra i tetti e
calandosi dai camini le riempie. In alcune città è usanza, per i bambini,
preparare per la befana, in un piatto, un mandarino o un’arancia e un bicchiere
di vino. Il mattino successivo insieme ai regali troveranno il pasto consumato
e l’impronta della mano della Befana sulla cenere sparsa nel piatto. La Befana ha
vari soprannomi: Donnazza (Cadore), Pifania (Comasco), Marantega (Venezia), Berola (Treviso), Vecia (Mantova), Mara (Piacenza), Anguana (Ampezzano), Basara in Liguria ecc.
In molte città si ripetono usanze antiche per esempio nei piccoli centri
della Toscana,
Emilia Romagna, Ticino, viene prima portata in giro su un carro
e poi bruciata
in piazza. Invece a Varallo Sesia è la Veggia
Pasquetta, “Pasquetta” al posto di
Epifania si usa anche a Genova, Legnano, Molise ecc. nel significato di “passaggio”
e la raffigurano come una orribile vecchia che tiene in braccio un bambino:
lei verrà arsa sul rogo ma prima consegnerà il bimbo, simbolo della sua
resurrezione. Ecco alcune delle manifestazioni italiane per la Befana: a Milano
sfileranno in piazza Duomo i Re Magi e a Venezia tornerà per l’ennesima volta
di scena la regata delle Befane, con partenza dalla fermata di S. Tomà e arrivo
sotto al Ponte
di Rialto; a Treviso c’è la festa “Panevin” il 5 e il 6 gennaio
con l'accensione di più di 200 fuochi; a Verona: si terrà il tradizionale rogo
in piazza Brà "Brusa la Vecia", seguito da uno spettacolo pirotecnico,
a Faenza, il 5 gennaio si festeggia la "Nott de Bisò" e in Piazza del
Popolo verrà bruciato il fantoccio Nballo, seguito dal brindisi con il vin
brulè. A
Fornovo Taro, in provincia di Parma, il 5 e 6 gennaio c’è il raduno Nazionale delle Befane e
dei Befani, a Firenze si terrà invece la tradizionale sfilata dei Re Magi, a
Roma ci sarà il tradizionale appuntamento a Piazza Navona, a Catania che, oltre
alle tradizionali sfilate dei Re Magi e delle Befane per le vie della città, in
Piazza della Signoria ospita lo spettacolo degli sbandieratori "Il
Maneggio della Bandiera". Come recita il detto popolare “L’Epifania tutte
le feste le porta via”, il 6
gennaio chiude il lungo periodo delle feste invernali,
anticamente dedicate al solstizio d’inverno, ai giorni odierni in questo giorno
è usanza completare la scena nel presepe
sistemando le figure dei Re Magi vicino alla culla del Bambino Gesù. Buona
Epifania o Befana a tutti vicini e lontani.
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