San
Gennaro è il santo cattolico più famoso e conosciuto nel mondo, la sua storia è
legata in modo molto particolare a Napoli, tra devozione, pregiudizio e fede,
la solenne commemorazione della Liquefazione del Sangue, il 19 settembre è uno
dei momenti religiosi più sentiti della città di Napoli ma anche ricordato da
chi vive ormai all’estero ma sempre napoletano. La Fondazione Roma Museo
Palazzo Sciarra fino al 16.02.2014 propone per la prima volta questa mostra di
inestimabile valore artistico e culturale, per poter ammirare non solo il
Tesoro del Santo, ma anche documenti originali, dipinti, sculture, disegni e
arredi sacri, che raccontano la straordinaria storia di un culto, di una città,
di un popolo, dei suoi artisti e il suo Protettore. Il Tesoro di San Gennaro si
è formato attraverso settecento anni di donazioni da parte di papi, imperatori,
re, ma anche di ex voto popolari quindi il percorso espositivo è inteso ad
analizzare, oltre il culto di San Gennaro dalle sue origini, le opere
provenienti da una delle collezioni di arte orafa più importante al mondo, tra
queste vi sono due capolavori più straordinari della collezione: la Collana di
San Gennaro, in oro, argento e pietre preziose, realizzata da Michele Dato nel
1679 e la Mitra, in argento dorato con diamanti, rubini, smeraldi e due
granati, creata da Matteo Treglia nel 1713. Ma sono esposti altri capolavori
come: la Collana di perle e gemme – ignoto orefice napoletano 1706; la Croce
episcopale in oro, diamanti, smeraldi – manifattura napoletana 1878; la Pisside
gemmata con croce, oro, rubini, smeraldi, diamanti – manifattura napoletana
1831. A proteggere il Tesoro unico nel suo genere, vi è la Deputazione della Real Cappella del
Tesoro, organizzazione laica voluta da un voto della Città di Napoli il 13
gennaio 1527, ancora oggi è formata da dodici famiglie che rappresentano gli
antichi "seggi" di Napoli. Una delle caratteristiche del
culto di San Gennaro sono le parenti, la loro origine e denominazione hanno
le radici nel passato quando nel 305 d.C. San Gennaro venne decapitato.
Eusebia, la sua nutrice, raccolse il sangue in due ampolle, usanza comune tra i
parenti più prossimi ai giovani cristiani martirizzati, la seguirono una
dozzina di donne anziane che si ritenevano parenti o discenti del Santo,
iniziando così una tradizione che poi è diventata parte essenziale del rito del
miracolo. A maggio, a settembre e dicembre, nei giorni del miracolo, le parenti
siedono in chiesa in prima fila, parlano al busto di San Gennaro, rivolgendogli
esortazioni, nenie che hanno radici nel mondo popolare partenopeo
affinché il miracolo della liquefazione del sangue non tardi a mostrarsi.
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