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Si dice che
i mascheroni che ornano la Fontana sono, in realtà, dei demoni intrappolati dai
monaci in questo luogo per proteggere la città da influenze malefiche, essendo
essa lo specchio della Gerusalemme Celeste. Infatti, secondo una tesi di molti,
sovrapponendo la cartina geografica della città aquilana a quella di
Gerusalemme, esse combaciano perfettamente in quanto, queste due città, hanno
la medesima planimetria. Un’altra leggenda vuole che i mascheroni rappresentino
la fisionomia dei proprietari dei primitivi 99 castelli che nel XIII secolo si
unirono per fondare L’Aquila, che sarebbe costituita da 99 piazze, 99 chiese e
99 fontane. Un’altra leggenda vuole che la sorgente che alimenta la fontana sia
stata volutamente tenuta segreta per evitare che un proprietario del castello piuttosto che un
altro ne pretendessero la proprietà. La
Fontana delle Novantanove Cannelle è
stata costruita con pietre policrome ed è distribuita su tre pareti di
trentatré per ogni lato, vi si accede tramite degli scalini che portano
ad un
piazzale di sampietrini, delimitato da queste tre facciate. Ai
mascheroni si
alternano formelle rettangolari con rosoni circolari a quattro foglie
piene o a
girello, motivi comuni nell’arte abruzzese, nei mascheroni si
individuano volti
incappucciati (monaci), cavalieri, dame, satiri, animali. Da questi
mascheroni
o cannelle sono nate le leggende si poteva rivedere la Fontana grazie al
restauro fatto dopo il terremoto degli anni passati. Dopo l'ultimo
terremoto, la speranza é che tutta la città, dei miei nonni materni,
torni ad essere come prima.
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