A Sant’Angelo dei Lombardi, in provincia di Avellino, si trova l’Abbazia del Goleto il complesso religioso risalente al XII secolo fondato da san Guglielmo da Vercelli, protettore dell'Irpinia, il cui corpo è stato custodito proprio al Goleto, dove è morto, fino al 1807 quando fu trasportato al Santuario di Montevergine, sempre nella provincia.
Del complesso monastico, che ospitava una comunità maschile ed una femminile, ai nostri giorni è visitabile l’interno maestoso con le due scalinate laterali, il lato con il giardino,
l’interno della cappella di san Luca dove si trova la statua di san Guglielmo
e l’affresco seicentesco raffigurante l'abadessa Scolastica e qualche episodio della vita di San Guglielmo.
Il vasto fabbricato, per volontà del fondatore, era destinato ad ospitare una comunità mista di monache e monaci, dove l’autorità suprema era rappresentata dalla Badessa, mentre ai monaci era affidato il servizio liturgico e la cura della parte amministrativa.
Oggi, al centro del complesso monastico, si conservano due ambienti medievali sovrapposti due piccole chiese che segnano il passaggio tra l’arte romanica e quella gotica, nell’atrio inferiore a fianco del portale d’ingresso si trova una scultura funeraria romana, raffigurante una matrona,
che si fa risalire al periodo augusteo, mentre all’interno, sono particolarmente interessanti l’arca sepolcrale, in pietra rossa locale
e la porta laterale, in stile gotico, che immette nello spazio dove si trovano i resti dell’antica Chiesa del Salvatore.
che si fa risalire al periodo augusteo, mentre all’interno, sono particolarmente interessanti l’arca sepolcrale, in pietra rossa locale
e la porta laterale, in stile gotico, che immette nello spazio dove si trovano i resti dell’antica Chiesa del Salvatore.
Da notare il portale di accesso sormontato da un arco a sesto acuto e da un piccolo rosone a sei luci.
Sul fronte dell'arco un’iscrizione ricorda che la chiesa fu fatta costruire dall'abatessa Marina II.
Sul fronte dell'arco un’iscrizione ricorda che la chiesa fu fatta costruire dall'abatessa Marina II.
La chiesa del Vaccaro
prende il nome dall’architetto napoletano Domenico Antonio Vaccaro, che la edificò tra il 1735 e il 1745.
prende il nome dall’architetto napoletano Domenico Antonio Vaccaro, che la edificò tra il 1735 e il 1745.
La pianta è a croce greca sormontata in origine da una cupola centrale.
La torre Febronia, capolavoro di arte romanica, prende il nome dall’Abadessa che nel 1152 ne dispose la costruzione per la difesa del monastero.
La torre era a due piani e, al secondo, si accedeva tramite un ponte levatoio.
Dal 1990 i Piccoli Fratelli della Comunità Jesus Caritas, ispirata a Charles De Foucauld, si prendono cura di questo importante complesso monastico.
Il testo e le immagini sono state prese dall'opuscolo "Sulle orme di san Guglielmo" in mio possesso, preso in occasione della visita all'Abbazia.
Nessun commento:
Posta un commento